domenica 22 febbraio 2009

Frittelle Beanate (di Bevagna)


Ingredienti per 4 persone:

* 3 o 4 patate grandi
* 2 uova
* 100 g di margarina
* un pacchetto di lievito di birra
* 50 g di zucchero
* farina q.b.
* zucchero vaigliato per guarniure

Preparazione:
Impastare gli ingredienti e aggiungere farina fino a dottenere un impasto non troppo liquido. Una volta che l'olio di semi bolle, con un cucchiaio prendere una bella quantità di impasto e friggerlo. Quando le frittelle sono dorate scolarle, mettere su della carta assorbente e spolverare con zucchero a velo.

Clicca qui per informazioni sulla Sagra della Frittella di Pozzo (vicino Bevagna)

Torta con Porchetta e patate

Un torta salata perfetta come antipasto. Un piatto originale e sfizioso che accompagna in modo perfetto anche un aperitivo.

Difficoltà: difficile

Stagione: autunnale, invernale

Caratteristiche: gourmet, originale

Ingredienti: dosi per 6/8 persone
per le pasta brisèe
300 g di farina
150 g burro
10 g di sale
acqua qb

per il ripieno
200 g di porchetta tagliata e fettine sottili
350 g di patate
3 zucchine
200 g di erbette lessate
sale pepe, olio

Esecuzione:
Mescolare la farina con il burro a pezzetti e il sale, unire l’acqua fredda e impastare velocemente formando un panetto, fare riposare in frigorifero per 30 minuti.
In una padella rosolare le zucchine tagliate a rondelle con poco olio per pochi minuti mantenendole croccanti, al termine salare.
Lavare e pelare le patate e poi tagliarle a fette, sbollentarle per alcuni minuti in acqua e sale.
Foderare con la pasta brisee una tortiera e mettere sul fondo le erbette, condire con poco sale e olio, le patate insaporire con una macinata di pepe e coprire con la porchetta e infine le zucchine.
Cuocere in forno a 190° per 40/45 minuti.

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Crostata salata con Porchetta


Ingredienti:
pasta sfoglia, porchetta, 1 pomodoro, fontina, mozzarelline di bufala, olio d'oliva, origano, sale.

Preparate la pasta (lasciandone un pò per fare le striscioline); ungere la teglia; tirate la pasta.

Foderate la teglia con la pasta, fatela aderire bene e bucherellatela con la forchetta.
Con il mattarello tagliare la pasta, una mano di fontina e una di porchetta.
Affettare il pomodoro e farlo scolare; mettere il pomodoro, origano un pò di sale. Aggiungere la mozzarella, terminare con striscioline di pasta.
In forno preriscaldato a 180° x 30 minuti.

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Porchetta


Territorio interessato alla produzione: Regione dell’Umbria (Bevagna, Bastia)

Descrizione sintetica del prodotto: Suino cotto intero, compresa la testa, disossato, condito, con crosta dorata, legato con spago.

Lavorazione, conservazione e stagionatura:
1. A partire dal suino macellato, disossatura per ottenere il suino disossato (resa circa 80%) e impalatura;
2. conditura con sale, pepe, finocchio selvatico, aglio e rosmarino;
3. legatura con spago;
4. cottura in forno a 220°C;
5. refrigerazione con abbattimento rapido fino a 10°C.

Note: Il mercato delle gaite a Bevagna fino al 1993 era noto come sagra della porchetta; poi si è chiamato sagra della porchetta e mercato delle gaite; poi solo mercato delle gaite. Si tiene una nota Sagra della porchetta a Costano (Bastia).

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mercoledì 18 febbraio 2009

Castiglione del Lago

Fonte Wikipedia

Il comune si estende nella parte occidentale dell'Umbria, confinando con la provincia di Siena e quella di Arezzo. Il suo territorio comprende gran parte del lago Trasimeno e l'isola Polvese.

Castiglione del Lago sorge su di uno sperone calcareo che in origine era la quarta isola del lago ma, in seguito all'abbassamento del livello delle acque e al crearsi di una pianura di tipo alluvionale, assunse infine l'attuale configurazione.

Questa fertile zona pianeggiante, corrispondente all'antico invaso lacustre, è delimitata ad ovest da una serie di rilievi collinari che segnano il confine fisico con la Toscana.

La città moderna si è sviluppata a distanza dal centro storico medievale, perfettamente conservato.

La città deve il suo nome al simbolo della famiglia che anticamente vi dominava; infatti Castiglione deriva da Castellum Leonis (castello del leone), volgarizzato poi in Castellioni.

Castiglione del Lago si trova lungo quella che un tempo era un'importante via di comunicazione, stretta tra Orvieto al sud, Chiusi ad ovest ed Arezzo al nord. La sua posizione in una zona così contesa, prima tra gli Etruschi ed i Romani, in seguito tra le cittadine toscane e Perugia, causò in numerose occasioni la distruzione delle fortificazioni originali, ricostruite a più riprese. Fondata dai romani col nome di Novum Clusium (Nuova Chiusi), sorge su di un colle che in epoca antica costituiva la quarta isola del lago Trasimeno (le tre isole ancora esistenti sono la Maggiore, la Minore e la Polvese) prima che la striscia d'acqua che la separava dalla terraferma fosse riempita. Nella struttura urbanistica del borgo antico è facilmente riscontrabile, nelle tre strade parallele che tagliano longitidinalmente il paese (decumani), l'origine romana.

Solo durante il regno dell'imperatore Federico II (agli inizi del XIII secolo), Castiglione visse un periodo di relativa stabilità.

Più tardi la città cadde sotto il controllo di Perugia, divenendo feudo della potente famiglia dei Baglioni. Nel 1550, papa Giulio III concesse il feudo a sua sorella. Nel 1563, il figlio di lei, Ascanio della Corgna, divenne marchese di Castiglione e Chiusi. Il feudo divenne nel 1617 un prospero Ducato, che ebbe però vita breve. Il duca Fulvio Allesandro morì infatti senza lasciare eredi e così la città tornò sotto il dominio dello Stato della Chiesa.

Filetti di pesce persico


Ingredienti

Filetti di pesce persico

2 uova

1 limone

pangrattato – burro – prezzemolo – sale

Sbattete le uova con un pizzico di sale, immergete i filetti, passateli nel pangrattato premendo bene con le mani per farlo aderire.

In un tegame fate soffriggere il burro, unite i filetti di pesce e cuocete a fuoco lento, dorandoli da ambedue le parti. Serviteli su un piatto di portata guarnendoli con fettine di limone e foglioline di prezzemolo.

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domenica 15 febbraio 2009

Brustico


Mettete il pesce su una graticola sistemata sopra alla fiamma di canna di lago. Lasciatelo sul fuoco fino a che le squame saranno del tutto bruciate. A questo punto toglietelo dal fuoco e raschiate via le squame partendo dalla testa verso la coda. Fate questa operazione e rimettete ancora il pesce a cuocere. Vi accorgerete della sua cottura quando raschiandolo risulterà dorato e togliendo la pinna dorsale questa si staccherà con facilità dal resto del corpo. Esercitate una leggera pressione nel punto dove avete tolto la pinna; il pesce si dividerà in due parti. Eliminate la testa, la coda, le lische e le interiora e disponete i filetti ottenuti in un largo vassoio. Condite con olio, sale, pepe e abbondante limone. Qualcuno preferisce mettere alcune gocce di aceto al posto del limone ed aggiungere un pizzico di prezzemolo tritato.

Ingredienti
Per 6 persone
1 kg. di pesce di piccola taglia:luccio,tinca, persico reale, persico sole,
olio extravergine di oliva,
sale,
pepe,
limone.

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Tegamaccio


Il tegamaccio è il vanto culinario del Lago Trasimeno che offre peraltro tanti altri squisiti piatti a base del suo pesce che, ben preparato è veramente ottimo.

Ingredienti per 6 persone:
-pesce di lago 1 kg
-1 cipolla
-un ciuffetto di prezzemolo
-olio
-sale
-pepe
-peperoncino a piacere
-pomodori pelati 1 kg

Preparazione:
Pulire accuratamente il pesce misto. Soffriggere nell’olio di oliva in un largo tegame di coccio la cipolla ed il prezzemolo tritati finemente. Unire il pesce, i pomodori passati e ben schiacciati con una forchetta, il sale, il pepe, il peperoncino, un bicchiere d’acqua. Far cuocere a fuoco bassissimo, scuotendo di tanto in tanto il tegame senza mescolare con mestoli o forchette per non rompere il pesce. Servire ben caldo con fettine di pane abbrustolito.

Abbinamento:
Bianco dei Colli del Trasimeno.

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Carpa in porchetta


Preparazione
Pestare il prosciutto con l'aglio; unire rosmarino e finocchio triturati.
Lavare, eviscerare, asciugare il pesce.
Praticarvi dei tagli laterali e farcirli con parte del composto aromatico.
Salare e pepare il pesce dentro e fuori e adagiarlo in un ampio tegame, irrorarlo d'olio e cospargerlo con il restante composto aromatico.
Cuocere in forno a 180 gradi.
Ingredienti e dosi per 4 persone

* 1 carpa da 1000 g
* 50 g di prosciutto di norcia a dadini
* 1 spicchio di aglio
* Rosmarino fresco
* Finocchio selvatico
* 4 cucchiai di olio d'oliva extra-vergine umbro
* Sale
* Pepe

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venerdì 13 febbraio 2009

Trevi


Fonte Wikipedia

Trevi è un comune di 8.176 abitanti della provincia di Perugia.
È inserito tra i Borghi più belli d'Italia.


Il territorio del comune si estende dal fondovalle (210 m s.l.m.) ai monti Brunette (1.422 m) e Serano (1.429 m), e si può equamente ripartire in tre zone distinte di pianura, collina e montagna, ricoperte da vegetazione altrettanto differenziata. In pianura, i terreni fertilissimi e ben irrigati da numerosi corsi d'acqua, anticamente occupati in gran parte dal "lacus Clitorius", si prestano alla semina di specie annuali. La collina, di calcare alcalino molto "sciolto" e quindi molto drenante, è l'ambiente ideale per la coltivazione intensiva e altamente specializzata dell'olivo, che dà un olio tipico e molto pregiato. La montagna infine è ricoperta di boschi, in massima parte cedui, e prati.

Tutto il territorio offre straordinarie risorse naturalistiche e ambientali, nonostante sia intensamente antropizzato, poiché è abitato da millenni, compresa la zona montana ormai spopolata. Da vari decenni, infatti, si registra l'abbandono degli insediamenti alle quote più elevate e l'aumento demografico delle località di pianura, fenomeno ormai generalizzato. L'espansione più consistente, iniziata nell'immediato dopoguerra e tuttora in atto, interessa principalmente Borgo Trevi (attività commerciali, uffici e abitazioni), Pietrarossa (zona industriale) e Matigge (artigianato, piccola industria, commercio).

Fiumi e canali, tutti di modesta portata, scorrono in direzione Sud–Nord e confluiscono in un unico collettore nei pressi di Bevagna. Il loro corso è il risultato di secolari opere di bonifica, documentate già dal tempo del re Teodorico (VI secolo) e protrattesi fino ai giorni nostri, quando fu costruita la diga per regolamentare le acque meteoriche del torrente Marroggia, che era soggetto a frequenti e disastrose esondazioni.
Il maggiore dei corsi d'acqua di portata regolare è il Clitunno, alle cui acque venivano attribuite proprietà miracolose, tanto da essere deificato in epoca romana e cantato da numerosi poeti, dai classici latini fino al Byron e al Carducci.

Plinio il Vecchio la classifica come una città degli Umbri, e il nome latino Trebia potrebbe derivare dalla radice umbra treb-, componente delle parole che in quella antica lingua indicavano casa, costruzione, costruire. La sua esistenza, prima della dominazione romana, è testimoniata anche dalla "stele di Bovara", con iscrizione arcaica, rinvenuta di recente, ma nel suo territorio stanziarono civiltà preistoriche, come attestano ritrovamenti del paleolitico. Acquistò grande rilevanza quando, in età imperiale, fu ripristinato l'antico corso della Flaminia e si sviluppò in pianura, in località Pietrarossa, una vera civitas con edifici monumentali di cui rimangono numerosi resti, mentre sul colle seguitò a sussistere l'arce fortificata con robuste mura del I secolo a.C., tuttora visibili. In antico aveva giurisdizione anche su "ville" di montagna a est e su gran parte della valle sottostante, attraversata dalla Flaminia e solcata dal Clitunno, allora navigabile. Fu sede vescovile fino all'XI secolo. Con il dominio dei Longobardi, che istituirono il potente ducato di Spoleto, Trevi fu assegnata a un gastaldo. Agli inizi del XIII secolo si costituì in libero comune, che alleatasi con Perugia per difendersi da Spoleto fu, con alterne vicende, in lotta con i comuni vicini, ottenendo il libero governo soltanto nel 1389. Subì il dominio di vari capitani e, segnatamente, il funesto vicariato dei Trinci di Foligno fino al 1438 quando, tornata al diretto dominio della Chiesa sotto la legazione di Perugia, seguì le sorti dello Stato Pontificio fino all'unificazione. Nel 1784, da Pio VI, fu reintegrata al titolo di città.

Cultura
Non meno interessanti sono la storia e le tradizioni legate alla cultura religiosa. Documenti antichissimi attestano che sant'Emiliano, il primo vescovo della città, martirizzato sotto Diocleziano, fu legato ad una giovane pianta di olivo per essere decapitato. L'olivo ultramillenario, il più vecchio dell'Umbria, si può ancora ammirare, vegeto, a trecento metri dalla gloriosa abbazia benedettina di Bovara. La devozione verso S. Emiliano ha influenzato la cultura e la storia di Trevi. Lungo un percorso inalterato da secoli si svolge ancora, la sera del 27 gennaio, vigilia della festa del Santo, la straordinaria processione notturna detta dell'Illuminata, che è sicuramente la manifestazione più antica della regione. Attraverso vari secoli, molti trevani si sono distinti nei più alti gradi della gerarchia ecclesiastica e vari altri hanno acquistato fama di santità per le loro opere. Tra i più recenti: il beato Placido Riccardi (1844-1915), abate benedettino di Farfa, sant'Antonino Fantosati (1842–1900) missionario francescano, vescovo e martire in Cina e il beato Pietro Bonilli (1841-1935), umile parroco di campagna, fondatore della congregazione delle suore della Sacra Famiglia, per l'assistenza alle cieche e sordomute, tuttora operanti in vari continenti. Tra le varie case religiose hanno acquisito benemerenza particolare i benedettini dell'abbazia di Bovara, che dettero un forte impulso all'agricoltura, bonificando vaste zone della valle e sviluppando in collina la coltura dell'olivo, che con alterne fortune è coltivato in queste zone da tempi antichissimi e fornisce un olio tra i più apprezzati.

Economia
Nel basso Medioevo e nel Rinascimento ebbe il suo periodo migliore, caratterizzato da straordinari commerci che ne favorirono la floridezza economica (veniva chiamata "il porto secco"), testimoniata ancor oggi dai numerosi palazzi del centro storico, degni di figurare in città ben maggiori, e la crescita economica fu accompagnata da vivacissima attività culturale e sociale. Già nel 1469, per favorire la circolazione del denaro svincolato dall'usura, vi fu eretto uno dei primissimi Monti di Pietà, seguito poi dal Monte Frumentario e varie altre istituzioni benefiche e assistenziali. L'attenzione rivolta all'elevazione culturale ebbe la massima espressione con l'istituzione del Collegio Lucarini, attivo fino all'avvento della Scuola Media Unica. Ma l'avvenimento più qualificante per la storia culturale di Trevi fu l'impianto di una prototipografia già nel 1470. Essa fu la prima in Umbria e la quarta d'Italia, e per il particolare contratto con cui venne istituita, si può classificare come la prima società tipografica di cui si abbia memoria in assoluto.
Altro prodotto tipico dell'agricoltura locale, che merita una menzione particolare, è il sedano nero di Trevi, una cultivar particolare che cresce su un fertilissimo fazzoletto di terra, fino a pochi secoli addietro occupato dalle acque del lago Clitorius.



Bruschetta con l'olio nuovo!


Pane
Olio nuovo (Umbro)
Sale

Abbrustolire delle fette di pane sulla brace di un focolare
Sul pane caldo versare l'olio nuovo a filo in entrambi lati della fetta
Salare a piacere e gustare subito!

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Frittelle dolci di sedano

2 sedani (escluse le foglie)
un bicchiere di brandy
2 uova
150 g di zucchero
la scorza grattugiata di un limone
50 g di farina
50 g di amaretti
olio per friggere

Lessare i sedani e metterli in una terrina con il brandy e lasciarveli macerare per 12 ore. Passare al setaccio, unire gli amaretti sbriciolati, lo zucchero, la scorza di limone, poi aggiungere, poco a poco, la farina e i tuorli delle uova battute.
Poco prima di friggere unire delicatamente gli albumi montati a neve.

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lunedì 9 febbraio 2009

Pastasciutta con sedano

Dose per 4 persone:
500 g di sedano,
una cipolla di media grandezza,
un cucchiaio d’olio,
25 g di burro,
250 g di pomodori maturi,
qualche foglia di lattuga tenera,
sale pepe.

Tagliare finemente la cipolla e metterla al fuoco in una casseruola con l’olio e il burro, cuocere per cinque minuti mescolando spesso, quindi aggiungere i pomodori privati dei semi. Lavare la lattuga, tritarla e unirla al resto. Cuocere per 20 minuti. Tritare finemente il sedano, metterlo nella casseruola, coprire con acqua, condire con sale e pepe e cuocere ancora per circa un’ora.

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Insalata bianca e nera

Dose per 4 persone:
3 grossi sedani,
200 g di olive nere,
sale,
pepe,
olio.

Tagliare i sedani a pezzetti di circa 2 cm, condire con olio, sale, pepe e aggiungere le olive.

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Sedani alla parmigiana


Preparazione: tagliare le foglie dei sedani, eliminare i filamenti delle costole esterne, lavarli con cura. Se non si mangiano crudi, bollirli in acqua salata per 15 minuti circa a calore moderato. Sgocciolarli, sistemarli quindi su di un panno asciutto.

Farcire con pasta di salsicce i sedani bolliti. Passarli nella farina e poi nell'uovo e friggerli in abbondante olio. Sistemarli in una teglia da forno già imburrata e cospargerli in abbondante sugo di carne (ragù leggero) abbastanza lento, avendo cura di conservarne un po' a parte. Passarli quindi in forno leggero per circa 45 minuti e poi dividerli a metà, sistemarli sul piatto di portata, cospargerli con il sugo messo precedentemente da parte, burro fuso e parmigiano grattugiato.

Metterli in forno per alcuni minuti a gratinare leggermente e servire.
A piacere aggiungere al sugo da sistemare sui sedani dei fegatini di pollo.

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L'Olio di Trevi


A Trevi in Umbria gli olivi sono coltivati in un habitat unico in Italia, sia per il substrato calcareo del terreno che per il microclima in cui vegetano e fruttificano.

Le olive sono raccolte a mano dall'albero, pratica particolarmente costosa, ma che assicura l'integrità e la sanità del frutto. Le olive provenienti dalle Cultivar Moraiolo, Frantoio e Leccino, vengono lavorate entro le 24 ore dalla raccolta per evitare qualsiasi processo di fermentazione e l'innalzamento del livello di acidità. L'olio è ottenuto per "sgocciolamento naturale a freddo" (metodo Sinolea), con un processo di estrazione che esclude qualsiasi forma di pressione, calore e la presenza di solventi chimici.

L'olio è conservato in un locale sotterraneo secondo la tradizione dei "frantoi ipogei" al fine di preservare il particolare colore verde smeraldo e l'inimitabile aroma. Un prodotto di assolutà genuinità e di eccezionale qualità. La sua origine è certificata e OLIO TREVI è stato il primo olio dell'Umbria con la D.O.P. Tramite il codice impresso sul retro è possibile risalire all'olivicoltore che ha prodotto le olive da cui proviene l'olio contenuto in questa bottiglia.

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Il Sedano Nero di Trevi

Le pazienti e secolari cure degli agricoltori locali hanno portato alla creazione di una particolare cultivar di sedano: il sedano nero di Trevi, così detto perché se lasciato crescere senza lavorazioni speciali è molto scuro e legnoso e quindi deve venire interrato per ottenerne l'imbianchimento.

Il prodotto finale è un sedano dalle coste bianche, prive dei fastidiosi "fili", molto lunghe prima del "nodo" da cui si ramificano le foglie e con un "cuore" molto polposo e tenero. Il sapore è molto pronunciato.

La coltura del sedano nero è scandita da rigorose operazioni tradizionali che seguono un vero e proprio rituale:
La semina avviene con luna calante, nella quindicina della Pasqua, possibilmente il venerdì santo. É tradizione antichissima infatti che gli ortaggi seminati in tal giorno crescano più rapidamente e resistano più a lungo prima di fiorire e produrre semi diventando quindi legnosi e non più eduli.
La profonda fede, trasposta anche inconsapevolmente nel vissuto quotidiano, porta a perpetuare nella morte del seme che genera nuova vita il miracolo della morte e resurrezione del Redentore.

La semina avviene in vivaio e al terzo mese le piantine vengono messe a dimora, concimate e innaffiate giornalmente. Ai primi di ottobre esse sono giunte a maturazione, ma hanno le coste verde scuro ("nero") e allora vengono legate e interrate, lasciando allo scoperto soltanto il ciuffo di foglie. Dopo 15-20 giorni i sedani sono pronti per essere raccolti, lavati, stivati in "gabbie" ed esposti alla Sagra sulla piazza di Trevi.

Il sedano nero ha una produzione limitatissima poiché viene coltivato nella stretta striscia di terra tra Borgo e il fiume Clitunno, terra argillosa, umida e fertilissima, adatta alle colture che sfruttano molto il terreno, come la canapa che vi si coltivava proficuamente da quando lavori di bonifica ne avevano permesso una irrigazione controllata razionalmente. Dalla coltura della canapa conserva il toponimo "Canapine" anche se ormai vi si coltivano esclusivamente ortaggi. Gli intenditori asseriscono che i sedani coltivati fuori da questa ristrettissima zona non hanno le caratteristiche del "sedano nero di Trevi". Forse c'è un fondo di verità (ancora tutto da dimostrare!) nelle straordinarie proprietà che gli antichi romani attribuivano alle acque del Clitunno. Autori classici asserivano infatti che i buoi allevati sulle sue sponde - da ciò forse deriva il toponimo Bovara - erano resi candidi dalle sue acque e perciò adatti per i sacrifici.

Data la particolarità della lavorazione, il "sedano nero di Trevi" ha necessariamente un prezzo più elevato delle altre varietà e ciò contribuisce a restringerne ancora il mercato. La quasi totalità della produzione viene esitata il giorno della SAGRA e consumata nelle taverne e nei ristoranti locali nel mese di ottobre.

Esistono decine di RICETTE per questa specialità gastronomica, che si può gustare sia molto elaborata, alla parmigiana, sia molto semplicemente a crudo "in pinzimonio" con il pregiatissimo OLIO di Trevi.


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mercoledì 4 febbraio 2009

Cannara

Fonte Wikipedia

Cannara è un comune di 4.165 abitanti della provincia di Perugia.
Cannara fa parte della Comunità Montana Monti del Trasimeno.

Storia
L'impianto primitivo della cittadina è di età romana, ma il borgo acquistò il nome di Cannara solo in età medievale, grazie ai rigogliosi canneti che crescevano in zona. Assisi e Perugia lottarono lungamente fra di loro per assicurarsene il possesso fino a quando cadde in potere di quest'ultima (fine del XV secolo). Dopo la Guerra del sale (1540) fu incorporata nello Stato della Chiesa.

Tra i prodotti agricoli tipici della zona va citata la cipolla rossa.

Torta di cipolle


Ingredienti per la pasta brisée:
300 gr farina 00
150 gr burro
una presa di sale
acqua q.b.

Per il ripieno:
250 gr ricotta
2 uova
grana grattugiato
500 gr cipolle
olio e sale
100 gr farina
sale acqua

Tagliare le cipolle finemente e farle rosolare tanto fino a quando non diventeranno belle "molli"
Mettere poi in un tegame la ricotta, le uova e il formaggio
Unire una volta fredde le cipolle e regolare di sale

Preparare la sfoglia
Sistemare sulla madia la farina, il burro e il sale, iniziamo a sbriciolare il burro e poi aggiungiamo acqua sufficiente per unire bene l'impasto.
L'impasto dovrà risultare cosi prima di riporlo in frigo per una trentina di minuti.
Dividetela in 3 pezzi e passatela nella sfogliatrice..deve diventare sottilissima e lunga...
Prendere una teglia dal diametro di cm 24/26, ungetela d'olio per stendere le sfoglie. Sistemare dentro il ripieno e ripiegate sopra i bordi della pasta
Cuocere a 180-200° per circa 40-50 minuti

Frittata di cipolle e zucchine


Frittata di cipolle e zucchine
Contorno o secondo piatto

Ingredienti e dosi per 6 persone

* 6 uova
* 300 g di cipolle
* 300 g di zucchine
* 2 cucchiai di olio d'oliva
* 1 bicchiere di latte
* Noce moscata
* 6 pizzichi di sale
* 6 cucchiai di formaggio parmigiano

Preparazione:
Pulire le cipolle e le zucchine, lavarle ed asciugarle.
Mettere in 1 padella 50 g di burro e unire le cipolle tagliate a fette sottili e le zucchine, coprire e far cuocere per 15 minuti a fuoco moderato.
Salare le verdure, e mentre cuociono, mettere in 1 ciotola uova, sale, parmigiano, noce moscata e latte e sbattere bene il tutto.
Quando le verdure sono cotte unire il composto e far cuocere nella padella da ambo i lati per 5 minuti.

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Cipolla Rossa di Cannara



Cipolla di Cannara (ALLIUM CEPA)

Sinonimi: PIATTA DI CANNARA (DORATA E ROSSA)

Territorio interessato alla produzione: Comune di Cannara.

Descrizione sintetica del prodotto: Bulbo di colore bianco, forma rotondeggiante, con poli convessi (schiacciati).

Lavorazione, conservazione e stagionatura:
Semina a pieno campo nel mese di marzo. Sarchiatura nel mese di aprile, ripetuta più volte. Controllo delle fitopatie con prodotti a base di rame. Irrigazioni non abbondanti ma frequenti. Raccolta nei mesi di luglio e agosto ed asciugatura nel campo. Seguono le fasi di pulizia e selezione, del prodotto per tipo e calibratura. In seguito i bulbi vengono “intrecciati”, pronti per la vendita.

Note:
“Festa della cipolla di Cannara”, prima decade di settembre di ogni anno.

Bibliografia:
- CATANELLI Luigi, Usi e costumi nel Territorio Perugino agli inizi del ‘900, Edizioni dell’Arquata, 1987.

Composta di cipolle rosse di Cannara



Composta di cipolle rosse
(adatta per farcire crostini o accompagnare i piatti tipici della tradizione umbra):


Mettete 50 gr di burro in un pentolino antiaderente e appena sciolto aggiungete una cipolla rossa di Cannara grande tagliate finemente; aggiungere acqua fino a coprire le cipolle e fate bollire dolcemente fino a che non si ritira tutta l'acqua. Aggiungete ora 1 cucchiaio e mezzo di aceto balsamico e fate cuocere per 2 minuti al massimo.

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martedì 3 febbraio 2009

Assisi

Fonte Wikipedia
Storia

Umbri e romani
Numerosi reperti archeologici indicano che Assisi trae le sue origini da un piccolo villaggio abitato dagli Umbri già nel periodo villanoviano (IX - VIII secolo a.C.). La città si sviluppò a ridosso dei territori controllati dagli Etruschi, e orbitò sotto il loro potere fino al 295 a.C. quando, con la battaglia di Sentino, i Romani imposero il loro dominio anche nell'Italia centrale. Per Asisium (così era chiamata dai romani) fu un periodo prospero: innalzata a Municipium, diventò un importante centro economico e sociale dell'Impero romano. Il suo toponimo ha origini prelatine, e conservando un'incerta etimologia, viene interpretato in due differenti modi. Città del falco, o dell'astore oppure dalla base latina ossa ovvero torrente con ovvio riferimento all fiume Assino.

Con il crollo dell'Impero romano anche Assisi conobbe la buia età delle invasioni barbariche e, nel 545, fu saccheggiata dai Goti di Totila. Conquistata dai Bizantini, passò poco tempo dopo sotto il dominio longobardo divenendo, nell'XI secolo, libero comune. Dopo un periodo di guerre, nel 1174 fu assediata e conquistata da Federico Barbarossa, che diede l'investitura della città al duca Corrado di Lutzen, detto anche Corrado di Urslingen. Pochi anni dopo, tra il 1181 e il 1182, nasce ad Assisi Francesco - figlio di Pietro di Bernardone e Madonna Pica - il futuro santo che, con la sua opera, segnerà la storia del luogo e dell'umanità.

Medioevo e Rinascimento
Nel 1198 il popolo di Assisi, stanco dei soprusi del duca di Lutzen, si ribellò scacciandolo dalla città. Durante la fine della prima metà del 1200 l'Assisi guelfa subì vari assedi da parte delle truppe Saracene e Tartare facenti parte del grande esercito di Federico II. Le truppe imperiali devastarono a più riprese il contado ma la città grazie alla valenza delle sue milizie ed il carisma di Santa Chiara resistette alle incursioni. Negli anni a seguire Assisi vide alternarsi al controllo della città sia i Guelfi che i Ghibellini. Successivamente la città passò sotto il dominio della Chiesa, dei Perugini, di Giangaleazzo Visconti, dei Montefeltro, di Braccio Fortebraccio da Montone, passando infine sotto il controllo di Francesco Sforza. Nel novembre del 1442 Assisi, difesa in quel periodo da Alessandro Sforza, subisce l'assedio delle truppe comandate dal Piccinino. Dopo molti giorni di vani tentativi le truppe assedianti, anche grazie all'aiuto di un frate traditore, riescono a penetrare all'interno della cinta di mura. Assisi viene pesantemente devastata e saccheggiata ma il Piccinino si oppone comunque alla completa distruzione della città rifiutando i 15000 fiorini offerti dai perugini al riguardo.

Profondamente segnata dalle lotte intestine che videro sempre in contrasto i Nepis (della Parte de Sopra schierati con i Ghibellini) ed i Fiumi (della Parte de Sotto legati ai Guelfi), Assisi venne stabilmente assegnata alla Chiesa al tempo di papa Paolo III nel XVI secolo. Nel 1860, con plebiscito unanime, aderì al nascente Stato italiano.

Il Novecento
Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo seguente all'8 settembre 1943 e all'occupazione tedesca, Assisi è letteralmente invasa dai profughi, tra i quali oltre 300 ebrei. Il vescovo Giuseppe Placido Nicolini - coadiuvato dal segretario, padre Aldo Brunacci, e dal guardiano del Convento di San Damiano, padre Rufino Nicacci – trasforma Assisi in uno dei centri principali della resistenza civile italiana all'Olocausto. Travestiti da frati e suore, nascosti nei sotterranei e nelle cantine, mimetizzati tra gli sfollati, provvisti di documenti falsi, gli ebrei rifugiatisi ad Assisi sono protetti da una vasta rete di solidarietà che si estende anche ad altre zone dell'Umbria ed ha contatti, anche attraverso il ciclista Gino Bartali, con le centrali di resistenza e finanziamento della DELASEM in Liguria e Toscana. Il compito è arduo. Tra i rifugiati ci sono donne, bambini, vecchi, ammalati, che necessitano cura e assistenza per le necessità quotidiane. Si organizza persino una scuola dove i bambini ebrei possano ricevere istruzione religiosa ebraica. Grazie anche alla complicità dell'ufficiale tedesco Valentin Müller, che dichiarerà Assisi una zona franca ospedaliera, nessun ebreo sarà deportato da Assisi. Il vescovo Giuseppe Placido Nicolini e i padri Aldo Brunacci e Rufino Nicacci, ricevono nel dopoguerra l'alta onorificenza di giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, unitamente a Luigi e Trento Brizi che nel loro piccolo di negozio di souvenir vicino a piazza Santa Chiara hanno provveduto alla stampa di tanti falsi documenti di identità. Nel 1985 il film The Assisi Underground di Alexander Ramati ricostruisce le vicende e i protagonisti di quegli anni. Nel 2004 la Medaglia d'oro al Valor Civile è conferita alla città di Assisi per l'impegno civile dimostrato dall'intera popolazione.


Monumenti e luoghi d'interesse

* Basilica di San Francesco d'Assisi (divisa in parte inferiore e superiore)
* Basilica di Santa Chiara
* Chiesa di Santa Maria Maggiore
* Cattedrale di San Rufino
* Piazza del Comune con il Palazzo del Podestà e la Torre del Popolo
* Palazzo della Biblioteca Comunale
* Museo civico e Foro romano
* Pinacoteca Comunale di Assisi
* Tempio di Minerva
* L'Anfiteatro e la Rocca maggiore
* L'Eremo delle carceri sul monte Subasio
* Chiesa di san Damiano
* Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola
* Chiesa di Rivotorto
* Museo diocesano e cripta di San Rufino
* Galleria d'arte contemporanea della Pro Chivitate di Assisi
* Museo d'arte contemporanea Padre Felice Riossetti
* Museo della Porziuncola Santa Maria degli Angeli
* Museo etnografico degli indios dell'Amazzonia
* Museo del tesoro della basilica di San Francesco e collezione Perkins
* Oratorio dei pellegrini
* Museo dell'Abbazia di San Pietro di Assisi

Rocciata di Assisi


Ingredienti:
farina gr. 200, zucchero gr. 150, frutta assortita gr. 50 (mandorle sgusciate, uva passa, gherigli di noci, fichi e prugne secche, una mela tenera), 4 cucchiai di olio, 2 cucchiai di vin santo, 1 cucchiaio di cannella in polvere, 1 presa di sale.

Esecuzione:
tagliate la frutta a dadini e conditela con 2 cucchiai di olio, gr 100 di zucchero, vin santo, cannella e buccia grattugiata del limone.
Mescolate accuratamente con un cucchiaio. Sulla spianatoia impastate la farina con l'olio, lo zucchero rimasto, il sale e aggiungere l'acqua fino a formare una pasta morbida.
Dopo averla ben lavorata, fatela riposare per qualche minuto e poi stendetela con il mattarello. Disponete la frutta nella sfoglia che verrà arrotolata su se stessa. Ponete il rotolo su una placca da pasticceria imburrata attorcigliandolo; ungete la superficie della pasta con olio. Mettete la rocciata sulla placca in forno caldo per almeno mezz'ora; togliete la torta dal forno e spolverizzate con zucchero a velo.

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Coratella d'agnello


Preparazione:
Prima di tutto preparate e pulite la coratella (l'insieme delle interiora dell'agnello da latte) e tagliatela a pezzettini, budellini compresi.
Fate imbiondire in un tegame di terracotta l'aglio nell'olio, aggiungete i pezzettini di coratella, sale, pepe, rosmarino e una fettina di limone. Lasciate insaporire la coratella per 10 minuti circa, poi, dopo aver aggiunto un bicchiere di vino rosso, cuocete per altri 20 minuti.
A cottura quasi ultimata aggiungete del passato di pomodoro.

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Bistecche di suino con patate e pomodori al forno

per 4 persone

· 4 bistecche di suino
· 4 patate
· 4 pomodori maturi
· 1 cipolla, 2 spicchi di aglio
· un ciuffo di prezzemolo, burro, olio, sale, pepe.

Sbucciate, lavate e tagliate a fettine le patate, mettendone metà in una teglia imburrata. Tritate a parte la cipolla, l'aglio e il ciuffo di prezzemolo e mettetene una parte sopra le patate, quindi aggiungete un po' di pomodori maturi tagliati, dell'olio di oliva, sale e pepe. Poggiate sopra le bistecche di suino e aggiungete dell'altro condimento; fate quindi un altro strato di patate e ancora condimento. Ponete in forno caldo per circa mezz'ora, agitando di tanto in tanto la teglia affinché non attacchi.

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Tagliatelle al profumo di bosco


per 4 persone

· 400 g di tagliatelle
· 300 gr. di funghi porcini
· 1 acciuga
· vino bianco
· olio extravergine d’oliva
· aglio, peperoncino, prezzemolo, sale.

Fate soffriggere l'aglio e il peperoncino, macinate i funghi porcini e uniteli al soffritto con un pizzico di sale. Lasciate cuocere per circa 10 minuti e aggiungete l'acciuga e un po' di vino bianco. Versate la salsa sulle tagliatelle ed aggiungete il prezzemolo fresco tritato finemente.

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Ceci e Farro


Ingredienti: (6 persone)
gr. 350 di ceci,
gr. 150 di farro,
1 cipolla piccola,
1 carota,
una cestola di sedano,
olio extra vergine d'oliva,
sale e pepe.

Ammollare il farro per almeno un paio di ore ed i ceci per tutta la notte. Lessate i ceci in abbondante acqua salata. Nel frattempo tritate e rosolate nell'olio le verdure. Aggiungete poi i ceci con due litri circa del loro brodo di cottura ed il farro. Cuccete per altri 40 minuti circa, mescolando e aggiungendo sale. Servire accompagnato con olio e pepe.

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Gnocchi al sugo d'oca

Cosa serve per la ricetta:

1kg e 1/2 di patate
1 kg di oca in pezzi
800 gr di pomodori pelati
1 bicchiere di vino bianco secco
1/2 bicchiere di olio extravergine d'oliva
carote
sedano
cipolla
farina bianca
formaggio pecorino grattugiato
sale

Come preparare la ricetta gnocchi al sugo d'oca:

Lessare le patate in acqua salata, pelarle ancora calde, schiacciarle e impastarle con quanta farina è necessaria per ottenere un impasto omogeneo. Formare dei bastoncini (come grissini) e ricavare, tagliando con un coltello, gli gnocchi. Versare gli gnocchi in acqua bollente salata, raccoglierli quando vengono a galla e condire con abbondante sugo e pecorino semistagionato. Per il condimento: rosolare in un tegame le verdure con l'olio e unire i pezzi dell'oca facendoli insaporire nel soffritto. Aggiungere il vino, salare e cuocere per circa un'ora avendo cura di aggiungere, se necessario, altro vino o brodo. Versare a questo punto i pomodori pelati sgocciolati e continuare la cottura, a fuoco basso, per trenta minuti. A cottura ultimata togliere i pezzi dell'oca, spolparli sminuzzando la carne in piccoli pezzi e rimetterli nel sugo per insaporirli. aggiustare di sale.

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lunedì 2 febbraio 2009

Torta al testo all'assisana

INGREDIENTI
500 grammi di farina
2 uova
50 ml di olio extra vergine d'oliva
60 grammi di pecorino
1 panetto di lievito di birra
q.b. di acqua
q.b. di sale

PROCEDIMENTO
Tipica ricetta Umbria della zona di Perugia-Assisi. La Torta al testo prende il nome da una padella detta “testo” di pietra refrattaria (impasto di malta). La torta, nonostante il nome, è una pietanza salata, è una sorta di focaccia che viene cotta in questa speciale padella, precedentemente arroventata sul fuoco del camino, quindi farcita con salumi, formaggi o verdure di campo. Oggi esistono in commercio testi di ghisa da utilizzare con le cucine a gas.

Disporre la farina a fontana e versarvi al centro le uova sbattute, l’olio, il pecorino grattugiato ed il lievito, che avrete fatto precedentemente sciogliere in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Lasciar lievitare per almeno un’ora, quindi stendere con il matterello un pezzo di pasta, fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di 2 centimetri e del diametro del testo. Stendere la pasta sul testo arroventato, praticare con una forchetta dei forellini e cuocerla da entrambi i lati (la cottura nel camino dura circa 15 minuti). A cottura ultimata, riempire a piacere.

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Cascia

Fonte Wikipedia

Storia

Nel territorio comunale di Cascia sorgeva Carsula, centro abitato romano distrutto nel I secolo a.C. a causa delle devastazioni dei popoli barbarici e dei terremoti che da sempre sconvolgono la cittadina e le zone limitrofe. In età medievale fu saccheggiata dai Bizantini e dai Longobardi.

Costituitasi in comune nel XII secolo, fu sottomessa dalla famiglia Trinci e successivamente da Federico II. Come grande parte delle città umbre, è durante il Medioevo che Cascia conosce il periodo di massimo splendore. Dapprima sotto la dominazione delle signoria folignate, passò in seguito sotto il dominio di Federico II di Svevia, a seguire fu contesa, senza successo, dalle vicine città di Norcia, Leonessa e Spoleto.

Solo alle soglie del 1500, si arrese allo Stato Pontificio sotto il cui dominio rimase per meno di trenta anni, da allora mantenne sempre la propria indipendenza. Restò legata allo Stato della Chiesa (tranne durante il breve periodo napoleonico) fino al 1860, anno in cui tornò, con tutta l'Umbria, all'Italia.

Monumenti e luoghi d'interesse

* La chiesa gotica di San Francesco, che colpisce per la bellezza del rosone e del suo portone ogivale.
* La chiesa di Sant'Antonio Abate, originaria del 1400 ma ristrutturata e modificata in epoca barocca che all'interno presenta un ciclo di tele sulla storia del Santo.
* La collegiata di Santa Maria è uno degli edifici più vecchi di tutta la città, esso risale ad epoca longobarda, anche se, a causa dei danni riportati nei terremoti che hanno caratterizzato la storia geologica di queste terre, è stato notevolmente modificato. Al suo interno possono essere ammirate notevoli opere d'arte come il Crocifisso ligneo del 1400.
* È di epoca gotica anche la chiesa di Sant'Agostino, al cui interno si trovano stupendi esempi di affreschi di scuola umbra e perugina.
* Di notevole interesse storico e religioso sono la basilica e il monastero di S. Rita, veri e propri centri religiosi di fama mondiale.
* Infine, Palazzo Carli , con il suo interno, è forse l'esempio più rappresentativo dell'architettura civile della città.